Cuba, morte e “resurrezione” del giovane eroe napoletano

Francesco Romanetti Un elogio funebre in suo ricordo venne vergato nel 1898. Commossi e attoniti, amici e parenti versarono a Napoli calde lacrime.

Il Mattino, 31/5/2010

Addio, Oreste, sepolto nella lontana Cuba, dall’altra parte dei mari, dove sei andato a combattere e a morire, a soli 22 anni, per liberare l’isola dal giogo coloniale spagnolo. Requiescat in pace. La storia poteva finire lì. Oreste Ferrara, classe 1876, sarebbe stato ricordato così: giovane eroe romantico di fine secolo, caduto per i suoi ideali anarchici e libertari. E invece no. Non finì così. La notizia giunta a Napoli della morte di Oreste era errata. E lui avrebbe avuto tutto il tempo di invecchiare. E, invecchiando, di cambiare, di comandare, di tramare, di arricchirsi. Di tradire. La vita avventurosa, controversa e intensa di Oreste Ferrara si sarebbe conclusa a Roma nel 1972. Aveva 96 anni. L’ex giovane eroe, l’ex anarchico era diventato nel tempo avvocato, uomo d’affari e affarista, docente di Diritto, governatore della provincia cubana di Las Villas, presidente della Camera di Cuba, uomo di fiducia del dittatore Machado, ministro degli Esteri, ministro delle Finanze, ambasciatore a Washington. A raccontare questa vita spericolata è ora il libro di Alessandro Senatore L’anarchico elegante (Guida, pagg. 390, euro 15) che recupera una storia dimenticata. Un libro scritto con passione. L’autore, avvocato di professione e presidente dell’Istituto Italia-Cuba, riferisce di aver scoperto per caso l’esistenza di Oreste Ferrara, conosciuto come Orestes Ferrara y Marino. Di famiglia garibaldina, di temperamento ribelle, l’irrequieto Oreste a Napoli aveva stretto amicizia con Arturo Labriola, era rimasto affascinato dall’avvocato anarchico Saverio Merlino e aveva anche scritto qualche cosuccia per «Il Mattino» di Matilde Serao. Poi Cuba. Quasi una fuga, senza avvertire i genitori. E a Cuba l’epopea della guerra d’indipendenza, al fianco di Maximo Gomez e degli altri leggendari comandanti rivoluzionari. E poi l’evoluzione-involuzione, che lo trasforma in cinico e spregiudicato uomo di potere. Sia quando il potere è puro affarismo (il politico Ferrara pensa anche ad accaparrarsi appalti), sia quando è coercizione e repressione. Altro che anarchia. Eppure un tratto che continuerà a contraddistinguerlo è la fiera avversione per le ingerenze di Washington, che lo porterà allo scontro aperto con il proconsole yankee, l’ambasciatore Summer Wells. Enigma Ferrara. Comunque per mezzo secolo con un ruolo da protagonista, nel bene e nel male, nella storia di Cuba. Fino al maldestro tentativo di accreditarsi come uomo di tutte le stagioni, dopo il trionfo della rivoluzione di Castro, nel 1959. Non se ne fece nulla. E non a caso Oreste scelse di trasferirsi nella Spagna del dittatore Francisco Franco, per poi spostarsi infine a Roma. Il prematuro necrologio del 1898 aveva pianto un ragazzo eroe. Altri tempi, un altro secolo, un’altra persona.

Tratto dal Mattino e scritto da Francesco Romanetti.

Studio Legale Senatore
L’esperienza, la professionalità e la passione per il lavoro, sono gli aspetti che caratterizzano Alessandro Senatore. Sempre disposto all’ascolto, fautore della mediazione come pratica efficace per la soluzione dei conflitti, sostenitore dell’arbitrato quale valido e rapido strumento per la risoluzione delle controversie, in ogni caso, fortemente determinato nell’affrontare i conflitti che gli vengono sottoposti, ha come principale obiettivo l’interesse dei propri assistiti.

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